Domenica è chiuso il sessantesimo salone del Mobile di Milano, e dal nostro punto di vista assolutamente parziale la prima cosa che abbiamo notato è che gli stand dei produttori di arredo per ufficio per la prima volta sono stati volutamente mischiati assieme a quelli dell'arredo casa. I motivi di questo interessante meticciamento riteniamo siano due, uno più prosaico e uno diciamo così più filosofico. Quello prosaico è di evitare la creazione di una zona destinata all'arredo ufficio inevitabilmente meno frequentata rispetto a quella del settore casa, mentre quello filosofico è che ormai il confine tra lavoro e vita domestica è diventato sempre più labile.
Lo sfumare di questa frontiera sta portando cambiamenti importanti in un settore come quello dell'arredo ufficio che fino a pochi anni fa era caratterizzato da un approccio generalmente piuttosto razionale dove il prezzo rivestiva un'importanza molto rilevante nel processo d'acquisto.
Il cambiamento più importante di questa ibridazione indica un maggior interesse da parte dei dei compratori alla qualità e al design, nonché una maggior sensibilità ai temi della sostenibilità ambientale, del benessere e della socialità.
Questa tendenza a prestare maggior considerazione alla qualità di ciò che si compra, sia in termini di prodotto che di progetto, indica un cambiamento piuttosto sorprendente e controintuitivo, perché spunta la principale arma di chi in questi anni ha puntato solo o soprattutto sul prezzo, che rimane certamente importante a patto che si sappia cosa si sta comprando.