A volte capita che i committenti chiedano arredamenti per uffici di serie ignifughi. Ma esistono?
Se si parla di sedute la risposta è certamente affermativa. Sul mercato è assolutamente normale trovare senza problemi sedute certificate ignifughe sia per modelli non imbottiti (qui la certificazione di un prodotto ignifugo si chiama classe 1) oppure imbotti (qui la certificazione di un prodotto ignifugo si chiama 1IM dove IM sta proprio per imbottiti). Il suggerimento al cliente è chiedere espressamente la certificazione del modello richiesto subito all'atto dell'acquisto.
Se invece si parla di mobili, cioè mobili contenitori, scrivanie e anche pareti divisorie e attrezzate la risposta è sì solo se si parla di prodotti completamente in metallo, altrimenti per prodotti in melaminico o legno la risposta è no, almeno se si parla di arredi di serie. Infatti al momento la totalità dei produttori di arredamenti utilizza per le proprie produzione di serie pannelli in melaminico non ignifughi o al massimo "ritardanti", che tradotto significa che prendono sì fuoco ma lentamente.
In Italia la classificazione della reazione al fuoco e l’omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi è definita dal Decreto Ministeriale del Ministero dell’Interno 26 giugno 1984 e la modifica del 2001, dove la reazione al fuoco ai vari materiali sono assegnate le classi da 0 a 5 con l’aumentare della loro partecipazione alla combustione.
Oltre a questo decreto è stata introdotta una norma europea, la UNI CEI EN ISO 13943/2004. Qui i parametri considerati sono 3.
Il primo è ovviamente l' infiammabilità, intesa come capacità di un materiale di entrare e permanere in stato di combustione con emissione di fiamme durante l’esposizione ad una sorgente di calore. Le classi di reazione sono sette, A1, A2, B, C, D, E, F. Le prime due vengono assegnate a prodotti considerati incombustibili come il cemento, i metalli, il calcestruzzo, il vetro, la lana di roccia e la ceramica, mentre quelli certificati da B a F sono combustibili in ordine crescente.
Oltre all'infiammabilità la classificazione "europea" tiene conto anche di altri due parametri, cioè l'emissione di fumi e di particelle/gocce ardenti durante la combustione.
Il parametro “s” cioè smoke considera livello di emissione di fumi con valori che vanno da 1 (assente/debole) a 3 (elevato)
Il parametro “d” (flaming droplets and/or particles) cioè gocciolamento di particelle ardenti, ha valori da 0 (assente) a 2 (elevato)
Questi tre dati insieme definiranno un prodotto come ignifugo o meno.
Ma si può comparare la normativa italiana con quella europea? Per fortuna sì grazie alla tabella inserita come allegato 1 nel Decreto Ministeriale 15 marzo 2005.
Quindi tornando agli arredi per ufficio questi potrebbero essere considerati ignifughi solo se realizzati con pannelli per uso verticale o in classe "italiana" 1 o in una delle seguenti 10 classi "europee":(A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1), (A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1).
A questo punto la domanda è lecita: esistono pannelli ignifughi? La risposta è sì, ma al momento i produttori di arredo ufficio per i loro prodotti di serie si fermano all'utilizzo di pannelli non ignifughi ma con effetto ritardante, essenzialmente per ragioni di costo e di bassa domanda, anche perché la risposta a questa necessità normalmente viene soddisfatta da armadi metallici quando si parla di contenitori e da pareti in cartongesso quando si parla di partizioni interne.
Però se per caso servissero per forza arredi ignifughi in melaminico fuoriserie...